andalusia on the road

Plaza de Espagna ponte con maioliche colorate di giallo blu e bianco

Ti è mai capitato di staccare la spina, spegnere il cervello e lasciarti sorprendere da un viaggio?

 

Ecco, questo è quello di cui avevo bisogno io quando ho organizzato il mio viaggio in Andalusia.

 

E così, anche se stavo preparando un road trip di circa 850 km in una settimana (che può essere più stancante di un city break), ho lasciato del tempo per me prevedendo soste più lunghe, Spa, massaggi e Hotel a 4 Stelle per avere un po' più di confort anche durante i soggiorni in albergo.

 

Se pensi sia un viaggio da ricchi, te lo dico subito, ti sbagli! La fortuna è che in Spagna è possibile riuscire a trovare dei buoni compromessi senza spendere una follia. E allora perché non godersi un po' più di confort ogni tanto?

 

Io  di solito resto in hotel il minimo indispensabile (cioè per dormire), per lasciarmi più tempo da dedicare alle visite, ma stavolta no!

Visto che le tappe del viaggio sarebbero state molte e prevedevo grandi camminate, ho lasciato spazio ad un po' più di relax tra una tappa e l'altra.

 

Fatta questa premessa è ora di metterci in viaggio: comincia il mio on the road in Andalusia! Olè!

PRIMA TAPPA: SIVIGLIA

Siviglia, Esplanade de plaza de Espagna con carrozze con ruote gialle e cavalli che portano in giro turisti

Arrivo a Siviglia per ora di pranzo e, avendo solo mezza giornata a disposizione per visitarla (in realtà ci tornerò anche l'ultimo giorno), mi metto subito in modalità turista e mi dirigo verso la Cattedrale e La Giralda che si trovano in una graziosa piazza.

La prima cosa che mi sorprende sono gli alberi di aranci sparsi ovunque per le vie del centro. Trovare aranci a terra appena caduti (e fare attenzione a non farseli cadere in testa), trovarli tra le aiuole e persino nelle fontane, è una cosa che mi ha stupita e il primo ricordo indelebile di questa vacanza.

 

Ma torniamo a noi! La Cattedrale è immensa e bellissima. Al suo interno si trova la tomba monumentale di Cristoforo Colombo, tanto bella da lasciarmi senza parole.. a me che ultimamente scrivo tanto e parlo il doppio.

 

E poi c'è la Giralda, la torre campanaria che non ha scale ma rampe. Ben 32 per la precisione, perché qui un tempo si saliva su a cavallo.

E una volta in cima, godere di una vista pazzesca sulla città, magari al tramonto, è qualcosa di indescrivibile.

 

Dopo una prima visita culturale è arrivato il momento di buttarsi nella "vida Sevillana" fatta di tapas e cerveza (del resto non avevo ancora pranzato).

Il resto del pomeriggio lo passo a spasso per la città, perdendomi tra i suoi vicoli e scattando mille fotografie.

Ma la sera arriva presto, troppo presto; e allora mi fiondo a provare la cucina locale che qui, in Andalusia, può variare di città in città.

Provo il patanegra e, con mia grande sorpresa, non mi arriva il classico prosciutto spagnolo affettato a mano, ma un bel pezzo di carne che si scioglieva in bocca. E poi un sacco di altre tapas che non sto qui a raccontarti altrimenti ci viene fame!

SECONDA TAPPA: CORDOBA E GRANADA

Cordoba la ruta des Patios, statua di un nonno che aiuta un bambino ad innaffiare i vasi di fiori

Parto da Siviglia di buon'ora ma riesco a fare tardi per la visita alla Mezquita di Cordoba. Accidenti che sfortuna!

Avevo previsto solo mezza giornata a Cordoba, poi visita alla Medina Azahara, un vicino sito archeologico che invece salta, e arrivo a Granada nel pomeriggio ma se voglio avere una chance di visitare la Mezquita nel pomeriggio, come mi è stato gentilmente concesso, devo rimanere qui tutto il giorno..

Mai scelta fu più azzeccata perché Cordoba non merita una toccata e fuga ed ha tutto ciò che serve a farti innamorare perdutamente di lei. 

Dopo un pan cum tumate, la colazione tipica spagnola, eccomi a spasso per Cordoba.

Vado prima al Ponte Romano sul fiume Guadalquivir e poi mi dirigo al Barrio San Basilio per la visita dei Patios di Cordoba, Patrimonio Unesco.

 

In questo grazioso quartiere di Cordoba c'è un breve percorso (a pagamento) per entrare nei colorati e fioriti patio del Barrio, dove ogni anno ci si contende il premio per il patio più fiorito di Cordoba.

Questi cortili sono uno più bello dell'altro ed i loro manutentori non vedono l'ora di accoglierci e di scambiare quattro chiacchiere con noi per raccontarci un po' della loro storia.

Inutile dire che la visita è altamente raccomandata ma se non si ha abbastanza tempo si possono comunque visitare due patios che sono ad ingresso gratuito.

 

A pranzo resto in zona e resto in tema perché mangio in un patio, dove assaggio tra gli altri anche le crocchette di coda di toro e le melanzane fritte con miele di palma... mmm che te lo dico a fare... squisite!

 

E' tempo di entrare finalmente nella Mezquita (è da stamattina che aspetto!) e mentre ci vado passo per la via più Instagrammabile di Cordoba, una vera delusione che non sto qui a raccontare perché ora si va in un posto veramente affascinante!!

 

La Mezquita, invece tutt'altra esperienza! E' immensa, rossa e bianca con porte dorate e stucchi che ricordano il Marocco.

Questo luogo era prima una moschea mentre ora è cattolico ma conserva entrambe gli stili che la rendono semplicemente stupefacente!

Devo ammetterlo, se me la fossi persa a causa del mio stupido ritardo, mi sarei mangiata le mani!!!

 

Ahimè è già tempo di lasciare i bianchi vicoli di Cordoba per rimetterci in viaggio e dopo un bellissimo paesaggio pieno di ulivi, arrivo a Granada, altra grande città dell'Andalusia.

E anche se qui ho due giorni a disposizione, mi rimetto subito in modalità turista e mi addentro nelle stradine di Granada che ormai è sera.

TERZA TAPPA: GRANADA

Alhambra di Granada, marmi bianchi intarsiati con disegni arabeggianti

Granada è la città che ho trovato più arabeggiante di tutte. Qui l'influenza nord africana si sente dappertutto, tra le vie dell'antico souq dell'Alcaiceria, nel quartiere dell'Albayzin (Patrimonio Unesco), tra le sue tante "teterie" (sale da thè), e tra i negozietti che con le loro merci ricordano la Tunisia o il Marocco.

 

La stessa Alhambra ha una forte impronta araba ed è un vero paradiso.

Situata sulla cima della collina dove domina sulla città, è un vero gioiello di architettura e di storia.

Stanze immense, tutte decorate e intagliate in marmo e oro, bellissime corti interne, rinfrescanti fontane e un sontuoso giardino. Cos'altro volere di più?

Per ammirarlo tutto ci vogliono non meno di 4 ore.. non ho forse detto che è immenso?!

 

Tutta questa visita mi ha messo fame e allora vado in una delle tante taverne che affollano il centro, le più tipiche, ovvero quelle con i tovaglioli a terra che stanno a significare che lì dentro si mangia bene (altro che tripadvisor eheh).

 

Questa usanza la trovo davvero carina; stai lì al bancone, ordini un bicchiere e ti omaggiano di una tapas e quando hai gradito ti pulisci su un fazzolettino di carta e lo lasci cadere a terra come un vero locals. Io ovviamente mi sono subito adeguata ai loro costumi ma ci tengo a precisare per i più bacchettoni: tranquilli che poi spazzano!!!

E dulcis in fundo: il Pio Nono. Non si può lasciare Granada senza prima aver assaggiato questo dolcetto tipico del posto che deve il nome proprio al Papa.


QUARTA TAPPA: MALAGA

statua di Pablo Picasso seduto su una panchina di fronte alla sua casa natale a Malaga

Rieccomi in viaggio e stavolta verso il mare: destinazione Malaga, la città di Pablo Picasso.

Sapevi che Picasso è nato a Malaga e che qui tutto parla di lui?

 

Qui infatti si trova la sua casa natale che però non consiglio di vistare perché non ne è rimasto più niente e il Museo Picasso, questo si! Imperdibile.

 

Ma a Malaga ci sono tanti altri musei d'arte come il Thyssen, il museo di arte moderna e il Centre Pompidou (no, non quello di Parigi!).

I locali migliori sono invece quelli in zona Malagueta, ovvero fronte spiaggia.

Qui le tapas di pesce sono da leccarsi i baffi.

 

Ma Malaga è anche tanto carina da visitare passeggiando; si passa dall'area dell'Anfiteatro Romano alla via dello shopping passando per la Cattedrale, tanti musei e tante stradine lastricate. E' veramente molto accogliente.

 

Durante questa tappa, complice una pioggia incessante mista a tempesta di sabbia desertica (come si può vedere dalla foto) e la stanchezza accumulata, devo dire di essermi veramente goduta i confort dell'hotel, un 4 stelle che ne valeva 5.

 

Mi sono veramente lasciata viziare dal personale dell'hotel che è stato premuroso.

E al tapas bar nella hall ho provato per la prima volta l'aperitivo più bevuto in Spagna (ma che è italiano).. il vermouth!

QUINTA TAPPA: I PAESI BIANCHI

Ponte di roccia

Oggi la giornata entra nel vivo dell'On the Road e la passo in macchina, sulla Ruta des paeses blancos: tanti piccoli paesini, tutti ovviamente bianchi, ognuno con la sua peculiarità. Il primo ed anche il più famoso è Ronda.

 

Avrai sicuramente già visto le foto dello spettacolare Puente sul Tajo di Ronda, e allora perché non andare a vederlo, finalmente, di persona?

Un ponte in pietra sospeso su una gola profonda 120 mt per uno spettacolo mozzafiato, da qualsiasi parte lo si ammiri.

C'è infatti un piccolo sentiero scosceso che porta a valle per guardarlo da una prospettiva diversa ma pur sempre bellissima.

Ronda è anche la città dove è nata l'arte della Tauromachia e fu proprio qui, nell'Arena di Ronda, che cominciarono i primi spettacoli della Corrida e che si tengono tutt'ora.

 

Un'altra cosa carina da vedere è la placca in ceramica in onore ai Viajeros Romanticos. Ma chi sono questi viaggiatori? Erano i facenti parte della corrente letteraria del Romanticismo e che passavano di qui tra le  tappe del loro Gran Tour.

 

Gli altri puebli bianchi si trovano sulla strada che porta fino a Jerez de la Frontera e sono tutti caratteristici, piccolini, rigorosamente tinti di bianco.

Ti capiterà di attraversarli in macchina e di scegliere a quale fermarti semplicemente lasciandoti guidare "dal sentimento" come dico io! Quello che però proprio non ti consiglio di perdere è Setenil De La Bodega, non ti dico niente e te lo lascio scoprire, ma è davvero molto, moolto particolare.


SESTA TAPPA: JEREZ DE LA FRONTERA

spettacolo di flamenco in un tabancos di Jerez de la Frontera

Jerez de la Frontera è stata una vera scoperta!

 

Un paese dall'indole gitana, fondato sullo Sherry, il vino liquoroso tipico di queste parti e dove i cavalli sono i protagonisti.

Proprio qui si trova infatti La Real Escuela Andaluza del Arte Ecuestre dove i cavalli vengono addestrati a perfezione ed è possibile assistere ad una loro esibizione.

Non aspettarti una banale esibizione, qui i cavalli danzano!

 

Ma torniamo a noi, appena arrivata a Jerez e già mi ha conquistata.

L'hotel che ho scelto è un 4* con Spa che è costato nemmeno 50 Euro a notte con Spa inclusa, massaggio e degustazione di Sherry come benvenuto.

 

E allora, benvenuti a Jerez!!

 

La città non è grande e si gira che è un piacere, ma la prima cosa da fare è un bel tour dei tabancos, delle piccole osterie dove in piedi al bancone, o seduti al tavolo, si assaggiano piccole e deliziose tapas accompagnate dallo sherry locale e si assiste gratuitamente a degli spettacoli di flamenco coinvolgenti.

 

C'è da dire una cosa: il flamenco a Jerez de la Frontera non è lo stesso flamenco che vedrai a Siviglia. Il primo più divertito, scanzonato e sentito, il secondo forse più sensuale e serio. E seppur sembri proprio che il flamenco sia nato a Jerez, pare che i Sevillani rifiutino l'accostamento e che la questione "flamenco" generi dell'astio tra le due città.

Il mio consiglio è quello di vedere entrambi gli spettacoli e farsi una propria idea.

 

Vuoi sapere la mia??      Io ho MOLTO AMATO quello di Jerez de la Frontera!     SSSSHHH!!!! 

SETTIMA TAPPA: CADIZ

barrio storico di Cadice con locali colorati ai lati e palme al centro

Chiamala Cadiz oppure Cadice, non importa.  

 

Mescolati tra la gente, passeggia tra loro, fai un salto sul lungomare e poi perditi nei barrii vecchi, i più caratteristici.

 

Scopri la vita lenta spagnola, la freschezza della brezza marina che arriva dai vicoli, guarda i menù dei ristorantini di pesce che ti faranno venir appetito e rilassati.. sei a Cadiz!

 

Niente programmi per questa città, bisogna godersela così come viene, proprio nel mood col quale ho pianificato questo viaggio che ahimè, sta per finire.

 

Penultima tappa di questo mio road trip, a Cadiz ci vado per vedere l'Oceano e respirare un po' di aria di mare. 

Non ho molto tempo per visitarla, una mezza giornata prima di tornare a Siviglia, dove trascorrerò l'ultima sera.

 

Ma devo dire che mezza giornata basta eccome, e così, dopo una bella passeggiata tra le calli, trovo anche il tempo per assaggiare un po' di cucina tipica e provare con stupore le anemoni di mare fritte, un piatto che finora ho visto solo qui.

 

Riempita la pancia, gli occhi e il cuore di ricordi, saluto l'accogliente Cadiz e mi appresto a tornare a Siviglia perché mi resta ancora qualcosa da vedere nella bella Capitale andalusa e il check in del mio volo di ritorno è purtroppo già aperto.

 

Anche se sulla carta Cadiz non sembra aver molto da offrire, se i tuoi piani lo consentono, inseriscila tra le tappe e sono certa che saprà coinvolgerti. 

ULTIMA TAPPA: SIVIGLIA E ITALICA

Torno a Siviglia che è pomeriggio e Plaza de Espagna mi aspetta!

Non l'ho ancora vista e so che è meravigliosa, non posso perdermela!

 

Arrivo nel parco e già tutto mi piace, la gente rilassata, i tanti turisti che sembrano perdersi nella grandezza dei giardini, il verde e le carrozze tipiche con le ruote gialle che cominciano a spuntare qua e la.

 

D'un tratto davanti a me si apre la Piazza in tutta la sua bellezza e io non posso che restare senza parole. Il cielo è leggermente coperto e penso:

"Chissà quanto ancor più bello deve essere quando splende il sole!"

 

Sono persa tra i colori delle maioliche che sto ammirando ormai da quanto? Quando mi accordo che inizia a formarsi un capannello di gente e una musica inizia a suonare..                                                                    .. è flamenco!!

 

Non lo sapevo (o forse si) ma qui in Piazza, studenti e studentesse di flamenco, si ritrovano per provare all'aperto e alzare qualche soldino per questi spettacoli improvvisati che a loro valgono da studio e che tanto piacciono a noi turisti.

 Sono al primo anno? Sono a livello avanzato? Non lo saprei dire; per me sono bravissimi!

 

 

Lascio la Piazza che proprio non ne ho voglia, e mi giro e mi rigiro e continuo a seguire con l'orecchio la musica, a fotografare con la mente quanto più possibile per non dimenticare nulla, perché so già che questo sarà uno di quei ricordi fondamentali di questo viaggio.

Italica, i resti di una città romana e di un anfiteatro a cielo aperto

 La sera la passo a spasso per il centro storico di Siviglia proprio come la prima sera. Mi fermo in un localino, prendo una birra e assaggio un fish & chips fatto con bocconcini di squalo? così mi hanno detto..

 

La mattina dopo, sveglia presto per la visita al Real Alcazar, il Palazzo Reale Patrimonio Unesco e subito dopo, davanti al mio ultimo pan cum tumate e a un zumo de naranja (che ho imparato a pronunciare), guardo distratta il telefono e mi ricordo che, vicino all'aeroporto si trova un sito archeologico di epoca romana che sembrerebbe anche essere gratuito.

 

Non ho proprio voglia di lasciare l'Andalusia si vede? E allora domando: "Abbiamo tempo?"

 

 

Tempo ci sarebbe ma dobbiamo dire addio alla vacanza relax fatta finora; c'è da correre.

 

In pochi minuti sono già in viaggio verso Italica, la prima colonia italica risalente al III° Sec. A.C.

Capisco la maestosità del sito archeologico appena entrata e non mi aspettavo affatto di trovare un luogo così grande e ben conservato, e oltretutto gratuito.

 

Da romana sono abituata alla maestosità di alcune rovine e non mi sorprendo spesso quando si parla di resti di città romane in altri luoghi fuori da Roma. Devo dire che Italica mi ha lasciata a bocca aperta.

Non ne sapevo nulla eppure qui, Scipione l'Africano, fondò la città che dove abitarono tra gli altri anche gli Imperatori Traiano e Adriano.

Camminare qui dentro e riconoscere strade, abitazioni, mosaici.. è semplicemente meraviglioso, un vero viaggio nella storia!

 

La giornata è calda ed assolata, la vista è incredibile. Ancora una volta l'Andalusia mi sorprende e fino all'ultimo, mi regala un'emozione.

 

Se ancora ti stai chiedendo se andare in Andalusia la risposta la trovi in questo mio racconto. Non sono tanto i luoghi, quanto i momenti, le sensazioni e le emozioni che una destinazione sa darti. Tanto dipende anche da te, da quanto ci metti di tuo, da quanta predisposizione c'è a conoscere, a stupirsi, a lasciarsi andare.

Se ti lascerai andare, l'Andalusia saprà conquistarti e non importerà l'itinerario quanto quello che ti riporterai a casa, al ritorno.

Buon viaggio!

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